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  • Immagine del redattoreAssociazione Culturale La palma e l'ulivo

L’innovazione al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso.

Non è raro che l’innovazione nella gestione del patrimonio culturale in Sicilia arrivi dagli Enti Locali. Il Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, uno dei più importanti d’Italia, ha deciso di adottare per la prima volta un modello di fruizione pubblico-privato e così, dal prossimo 3 marzo 2023, in coincidenza con la decima Giornata mondiale della Fauna selvatica istituita dall’ONU, si avvierà la gestione integrata dei servizi di fruizione per il pubblico voluta dell’Amministrazione Comunale. Nuovi e più funzionali orari di visita, una biglietteria elettronica con possibilità di prenotazione e acquisto a distanza, un bookshop allestito in nuovi locali e un importante sviluppo dei servizi educativi, cuore della nuova gestione integrata che comprenderanno visite guidate, percorsi e laboratori per adulti, per famiglie, per l’infanzia e le scuole per sottolineare anche l’azione di sensibilizzazione verso i problemi della conservazione della natura e della sostenibilità ambientale che il Museo vuole svolgere.

Niente di straordinario, si potrebbe dire, in fondo è come i musei dovrebbero essere normalmente organizzati! Vero, se in Sicilia tutto questo non fosse ancora poco diffuso, per la scarsa capacità degli enti pubblici di adottare visioni moderne e percorsi amministrativi adeguati. Cosa che il Comune di Comiso, invece, ha fatto investendo anche proprie risorse per eliminare le barriere architettoniche. Per i prossimi otto anni il Curatore scientifico Gianni Insacco, naturalista e studioso di paleontologia e zoologia, colui che il Museo lo ha “inventato”, sarà affiancato da due qualificate aziende che si sono costituite in Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Civita Sicilia, Società regionale del Gruppo Civita, e Logos, una delle più importanti strutture di consulenza nel panorama siciliano.

Il Museo Civico di Storia Naturale di Comiso è un'istituzione di ricerca e educazione ambientale riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente come “Istituzione Scientifica” ed è luogo di aggregazione sociale, centro didattico e scientifico per il territorio ibleo. Si estende su oltre 1.000 metri quadrati di percorso espositivo e nel corso degli ultimi 30 anni ha condotto numerosi studi producendo oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Collabora con enti statali e di ricerca internazionali, ha contribuito alla scoperta di oltre 15 nuove specie mai censite in precedenza e dal 1991 è socio dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici.

La sezione paleontologica è dedicata all'origine della vita e all'evoluzione animale ed è costituita da più di 27.000 reperti provenienti da vari continenti oltre che dalla Sicilia. I materiali esposti vanno dai primi organismi viventi, ai pesci corazzati del Paleozoico, dalle ammoniti ai dinosauri, fino ai mammiferi del quaternario, uomo compreso. Degni di nota sono un rettile volante, uno pterosauro con un’apertura alare di 4 metri, due crani di coccodrilli marini provenienti dal Marocco e uno scheletro integro di un dinosauro erbivoro del Cretaceo inferiore proveniente dalla Mongolia, lo Psittacosaurus mongoliensis. Tra i fossili siciliani si segnalano due vertebre di ittiosauri datate a 230 milioni di anni fa, resti di elefanti pigmei del Quaternario, fossili di ippopotami, cervi, bisonti, lupi, orsi, leoni, molti dei quali provenienti dal territorio comisano.

Le collezioni della sezione Zoologica sono costituite da migliaia di preparati zoologici siciliani, europei ed esotici. Comprendono più di 6000 conchiglie di molluschi marini e terrestri, pesci del Mediterraneo e dei mari tropicali nonché scheletri completi di mammiferi marini che formano la più importante collezione cetologica dell’Italia meridionale, settima a livello nazionale, comprendente gli scheletri di un raro capodoglio nano mediterraneo, di una balenottera minore e di due esemplari di balenottera comune, di cui una di 19 metri spiaggiata a Secca Grande di Ribera, proprio il 3 marzo del 1993.

L’esposizione comprende, tra gli altri, organismi marini abissali, un granchio gigante del Giappone di 275 cm, un esemplare di Tridacna gigante, un rarissimo esemplare di Celacanto del Madagascar, un esemplare di pesce luna del peso di 900 kg, tartarughe liuto giganti, la ricostruzione di un Dodo di Maurizius, di un Tilacino della Tasmania e una tra le più belle collezioni malacologiche della Sicilia.


Redazione di Palma&Ulivo



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