Il Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa espone fino a luglio 2022 una interessante installazione dell’artista portoghese Joana Vasconcelos che dialoga con un Idolo proveniente dal Museo di Arte Cicladica di Atene (https://www.siracusaculture.com/2022/03/31/crowned-idols-it/).
Ti scrivo per ringraziarti, Joana. Mi scuso per il tono confidenziale ma, dopo aver visitato la tua mostra Crowned Idols-Idoli Incoronati, provo un sentimento di vicinanza, come quella che nasce quando si condividono momenti belli.
Prima mi ero chiesta in quanti modi potessi iniziare la mia esperienza, con l’occhio preparato di chi conosce o con il cuore pronto ad un tuffo verso acque fresche. Ho sgombrato la mente e mi sono spogliata da ogni orpello …
Una magia, di colori, stoffe, ponpon, tessuti all’uncinetto, trame tessute, uniti in forme inconsuete per i miei occhi, e poi figure note. Dee, eroine, sante che popolano l’orizzonte con cui si cresce qui, a Siracusa. Ma era diverso, come se qualcuno dall’anima colorata, tu Joana, le avesse prese e le avesse cucite, tutte insieme, per un abito nuovo. Per una epifania moderna e laica.
Mentre mi muovevo lenta sotto la “Valkierye Crown” mi sono sentita incoronata anche io, ho provato la sensazione di prendere parte a uno spazio, nuovo, dove io e queste “donne del Nord e del Sud” eravamo riunite in una danza dell’anima. Mi sono sentita euforica. Ho cercato allora, con lo sguardo le statuette votive di Demetra perché sapevo che mi avrebbero fatto riemergere magici ricordi di bimba. Di quando costringevo la nonna a portarmi a vedere gli scavi da cui sono emerse e le mani degli archeologi che levavano la terra dalle forme della Dea, di quando piangendo ho chiesto di poter avere una “bambolina” anche per me. Io sono tornata spesso al Museo a far visita alle “mie bamboline” ma oggi è come se quei ricordi racchiusi dentro la terracotta avessero mutato forma, colore e odore.
Non erano più solo ricordo ma compartecipazione. Anzi, appartenenza. Sono riuscita a dare un significato tutto mio all’aggettivo che più spesso ho letto accanto alla tua arte, visionaria! Sì, perché ho provato forte la sensazione di essere guidata da te dentro un bosco selvaggio, popolato da donne straordinarie, e di essere parte di uno speciale angolo di mondo femminile. Esseri portatrici di valori e consapevolezze, donne di antica, antichissima memoria, rimescolate al presente, a me. Una storia senza tempo e senza confini, così l’ho immaginata. Una storia che parte da sopiti riti di cinquemila anni antichi, poi greci e norreni, pagani e cristiani, e si muove nel tempo e nello spazio alla ricerca di quella unicità -culturale- che annulla distanze, separazioni di genere, primati di potere e sopraffazioni.
Joana, ho provato un senso di libertà. Mi sono lasciata cullare dai miei pensieri più intimi e sono uscita, sbattendo la porta, da quel sistema di regole che ci impone ruoli, pose, dimensioni, pensieri e parole. Affido a uno dei miei libri preferiti “Donne che corrono coi lupi”, le parole per esprimere la fusione che ho sentito con questo energico mondo femminile ri-creato: “Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciare crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l’ombra della dea selvaggia si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti, ovunque e sempre, l’ombra ci trotterella dietro e va indubbiamente a quattro zampe”.
“Quell’ombra della dea” che io cerco faticosamente nelle mie giornate, oggi si è incarnata nell’iconico Idolo. Sebbene ferma al centro, ieratica, la “donnadea” ha fatto tanta strada dentro i miei pensieri, sospinta dai tentacoli colorati, vestiti a festa, baldanzosi. E sono stata bene!
La Bellezza io la immagino liquida, capace di trasformarsi con il respiro di ciascuno che vi si immerge, come se ogni volta fosse acqua nuova. Per lo meno a me è successo questo, mi sono tuffata e ne sono uscita fresca e nuova.
Dunque, non mi resta che ringraziarti per questa Poesia. Per questi delicati versi di filo e di stoffa con cui hai tessuto l’ordito della Storia al femminile. Dagli albori della civiltà sino al Contemporaneo. Ed è proprio il nostro tempo, così contorto tanto da accogliere nuovi venti di guerra, a farmi sentire più preziosa la tua voce che parla anche per le donne cui è imposto il silenzio.
Come alle donne in guerra, alle spose bambine, alle donne uccise dall’amore o private da ogni forma di istruzione. Come alle donne compresse da una società patrilineare che ciecamente non sente quanto grande sia questo Potere gentile…grande quanto una Corona che avanza da tempi remoti!
Grazie a te Joana e grazie al mio amico Demetrio Paparoni che ti ha accompagnata qui, in Sicilia a disseminare valori universali.
Marzo 2022
Luana Aliano
Joana Vasconcelos Portrait_┬® Arlindo Camacho for Atelier Joana Vasconcelos
Ph. Maria Pia Ballarino
Ph. Maria Pia Ballarino
Ph. Maria Pia Ballarino
foto concesse dal Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai
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